…e 12! Chiesa e giovani in dialogo compie un anno
Primo dentino per la rubrica di don Fiorino Imperio
TORTORA – Miei cari lettori pace e gioia.
Non ci posso credere, sembra ieri il giorno in cui è venuta in mente ad Andrea l’idea della rubrica, invece è già trascorso un anno. L’itinerario finora proposto, ha messo in luce certe dinamiche antropologico-culturali, proprie del mondo di oggi. Fattori che, come abbiamo visto, condizionano molto la nostra vita e la sua realizzazione.
La cultura di oggi ci sta facendo dimenticare quanto sia grande la vocazione dell’uomo, e ci sta facendo abituare all’idea che non si può far nulla per cambiare rotta. Molte volte ci sentiamo dire che bisogna accontentarsi, che il mondo va come va e non si può far nulla, che se la società va a rotoli, che se i giovani sono sempre più allo sbaraglio la colpa non è di nessuno, e che ognuno deve cavarsela da sé.
Troppo facile, troppo banale questo modo di pensare. Come spesso si dice, nessuno di noi è un isola, ed è vero. Occorre farsi carico delle attese altrui, delle loro ferite, delle speranze che portano nel cuore e io, attraverso questa rubrica, senza la pretesa di cambiare il mondo, ho cercato e cercherò in futuro di dare spunti di riflessione per prendere coscienza della nostra vicenda umana, fatta di ombre e di luce, di gioie e speranze.
Sono riflessioni ad alta voce, che nascono non tanto dai libri, ma dall’esperienza, dall’ascolto delle persone che incontro e dalla mia personale vicenda umana e sacerdotale. Nel gergo ecclesiale lo stile letterario che uso per comunicare con voi, va sotto il titolo di teologia narrativa, cioè di quel modo di parlare e di scrivere agganciato alla vita quotidiana. In termini più squisitamente filosofici, ragiono secondo un modo di riflettere cosiddetto induttivo, che parte dall’esperienza per giungere a criteri oggettivi e universali, validi per tutti. Questo consente la fedeltà all’uomo e alla vita e una comunicazione quindi, vera, aderente all’esistenza, performativa, capace di penetrare il vissuto.
Nel futuro, continuerò a creare un vero e proprio alfabeto della vita. Abbiamo già declinato con il verbo amare, la lettera “A”, continuerò sulla stessa scia, in modo da avere un bagaglio di atteggiamenti da portare sempre con noi, e così essere testimoni luminosi, della bellezza della vita.
Ringrazio di vero cuore Andrea per la possibilità che mi offre, ringrazio voi lettori per i commenti fatti, e tutti coloro che so che leggono la rubrica ma non lasciano commenti e preferiscono parlare dei temi proposti quando mi incontrano per strada.
Grazie poi, ad una persona che resta un punto di riferimento importante per me, in quanto, attraverso la sua professionalità, riesce ad aiutarmi a sviscerare meglio le proposte che faccio. Per discrezione e per rispetto della sua volontà di voler restare nell’anonimato non faccio il nome, ma la ringrazio di vero cuore e le chiedo di aiutarmi ancora, per essere di sostegno in maniera più costruttiva possibile.
Andiamo avanti, il meglio ci aspetta, sta davanti a noi.
P.s. Vi invito a commentare anche sul blog, le critiche fanno crescere
Buon cammino
don Fiorino
Grazie Giancarla, grazie Andrea…. guardiamo con generosità il futuro….
… io continuo ad esser tra coloro che commentano, semplicemente per dire : “letto”.
A quest’articolo dico: auguri, buon compleanno !
Ciao Padre !
Naturalmente i ringraziamenti sono per te don Fiorino. Contribuisci ad arrichire blogtortora e quindi i tortoresi. Don Fiore, naturlamente, è di diritto utente Premium.