Testa di maiale per il parroco di Cetraro nel mirino della mafia
don Ennio Stamile: “Denunce non per uomo ma contro il male”
DI ANDREA POLIZZO
CETRARO – Una testa di maiale mozzata e con un pezzo di stoffa ficcato in bocca. Così la ‘ndrangheta ha mandato a dire a don Ennio Stamile, parroco di Cetraro, di tenere chiusa la sua. E lo ha fatto appena cinque giorni dopo che la sua auto è stata danneggiata da ignoti.
“Ma io – ha detto don Ennio – non sono un prete antindrangheta così come mi hanno voluto dipingere i media in questi giorni. Sono solo un sacerdote – ha aggiunto – e come tale non posso essere ‘anti’ nessuno. Neanche quando denuncio, perché le mie denunce non sono contro l’uomo, ma contro il male”.
Già il male. Quello che in questi giorni ha mosso la mano di qualcuno contro un parroco impegnato nella legalità e ha portato molti cronisti a scomodare figure colpite dalla ‘ndrangheta di Cetraro come Giannino Losardo, segretario capo della Procura della Repubblica di Paola, ucciso dalle cosche nel 1980.
Ma il sacerdote della parrocchia di San Benedetto, dettosi provato da quanto avvenuto, rifugge ancora una volta i ritratti su carta stampata e ricorda come anche nelle tre messe celebrate domenica in paese abbia invitato ‘gli ignoti’ alla conversione, alla riflessione e rammentato loro quanto potente sia il perdono elargito da Dio.
“La Calabria – aggiunge Stamile – non ha bisogno di eroi, ma di persone che fanno semplicemente il loro dovere senza travisamenti mediatici”.
La testa dell’animale morto è stata ritrovata da don Ennio di fronte casa sua. Ora, la direzione delle indagini è stata assunta direttamente dal procuratore capo di Paola, Bruno Giordano, che ha messo in collegamento i gravi atti intimidatori con il contenuto delle omelie del prete.
“È una ipotesi che non escludo neanche io – ha detto il parroco di San Benedetto a Cetraro – ma le ipotesi vanno confermate dai fatti. Nei miei sermoni – ha poi aggiunto – ho sottolineato come l’atteggiamento criminale sia contro l’umanità. Come esso riporti tutti noi in una giungla piuttosto che al mondo e renda noi animali invece che uomini. È a questo che mi oppongo perché credo che gli uomini siano fatti di ragione. Come quella – conclude don Ennio Stamile – che ci ha insegnato il Venerabile Albenzio De Rossi”.
La Calabria non ha bisogno di eroi ripete il sacerdote di Cetraro, perché ha già gli esempi del frate ed eremita cetrarese che nella Roma dei grandi papi del Rinascimento, nella metà del millecinquecento, si prese il compito di aiutare i più deboli della società.