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Tirreno burning, per non dimenticare

Istantanee dalla desolazione del post-incendio di San Lorenzo
Un fotoprogetto per chiedere interventi seri e non chiacchiere

bigmat fratelli crusco grisolia

DI ANDREA POLIZZO e ANTONELLO GAZZANEO

AIETA – Bisogna averlo visto, bisogna esserci stati. Li. Su per le pinete di Aieta a respirare l’odore acre degli alberi carbonizzati, a vedere i loro contorcimenti agonizzanti, a spiare tra la cenere gli animali morti a toccare con mano la desolazione.

In alcuni punti gli alberi sono letteralmente scomparsi dopo essere caduti, lasciando a terra una sorta di radiografia. Qua e la, spuntano dalla ex-macchia mediterranea elettrodomestici, prodotti chimici, eternit.

Questo è il nostro viaggio nella desolazione che ha lasciato l’incendio della notte di San Lorenzo. La notte in cui il Tirreno cosentino ha bruciato. Di li a poco si sarebbero riuniti i sindaci del territorio per dirsi che serve conferire più risorse economiche e mezzi al Corpo Forestale.

Meno chiacchiere più fatti. E da subito, visto che a breve, dopo il fuoco, dovremo fronteggiare la terra che, senza il freno delle piante, verrà giù.

È stata la mano dell’uomo. Una mano che nessuno si convince a punire. Nessuno riesce a fare un nome. Noi, sul campo, parlando con la gente, andando in giro per foto, la nostra idea ce la siamo fatta. Cerchiamo verifiche alle cose che le persone ci hanno raccontato. Magari un girono potremo raccontarvela. Per ora non puntiamo indici.

Ma una riflessione vogliamo farla con tutti voi. Se, come ci dicono fondi attendibili, il 95 percento dei roghi è doloso, le nostre carceri dovrebbero essere piene di piromani. A noi non sembra che le cose stiano così.


About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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4 comments

  1. la calabria è la regione con più forestali in italia ……

  2. bisognerebbe dare più potere di polizia ai forestali,magari coadiuvandoli con gli uomini della “valle lao” della comunità montana ecc..queste persone destinate al controllo del territorio rurale dovrebbero avere la possibilità di poter fermare e magari arrestare in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine,chi viene colto in flagrante mentre compie atti contro il territorio,incendi,deturpazioni,discariche abusive ecc..

  3. bravi ragazzi ottimo reportage per spolverare il pensiero della gente il territorio sta morendo riprendiamoci il nostro verde e difendiamo la natura fonte di vita.

  4. Franco Guerrera

    E’ vero, ieri sera sono andato ad Aieta ed ho sentito il cattivo odore del bosco bruciato e al mio amico Biagio Iorio ho detto, fra l’altro: “……LA NATURA E’ ORMAI SEGNATA PER DIECI, VENT’ANNI O ANCORA MOLYO DI PIU’………..”!!!!!!!!!
    A parte tutto il danno economico e quanto altro…………….
    Di fronte a queste cose, stamattina aggiungo solo questo: “………….spesso, o quasi sempre, non è efficace la “LIBERTA’ DI TACERE”.
    Franco Guerrera da Tortora.