Seconda fatica letteraria del giovane autore tortorese
Un noir inquietante che legge il nazismo dei carnefici
DI GESTIONE
TORTORA – “Le danze del tempo” è il nuovo romanzo di Martino Ciano.
Uscito per i tipi della Arduino Sacco editore di Roma, la seconda fatica letteraria del giovane autore tortorese si addentra nelle spigolose faglie dell’esistenzialismo più crudo e del noir d’autore.
Tutto comincia ad Auschwitz nell’autunno del 1944. Il tenente Karl Von Kliest si occupa del trasferimento degli ebrei in salute verso Bergen – Belsen. La Germania è in pericolo. Gli anglo – americani da una parte e i russi dall’altra stringono nella morsa il Reich.
Qui però, il giovane tenente uccide due ebrei. Jacob e Ismael, padre e figlio. Il primo è accusato di aver assassinato una sentinella, il secondo ha solo cercato di difendere ingenuamente il proprio padre. Un tenente delle SS che uccide due ebrei ad Auschwitz. Un fatto normale, quasi banale visti i tempi, ma che scatena rimorsi, sogni, eterni ritorni.
Colonia 1962. Karl è un industriale. Ha una moglie, una figlia, un’amante e il suo passato che improvvisamente resuscita.
“Con questo libro ho voluto sperimentare il punto di vista del carnefice, del fanatico – ha detto l’autore – non ho scritto un romanzo storico ma ho giocato con i concetti di tempo, entropia e dissoluzione. Immaginate che sogno e realtà si uniscano, che il meccanismo causa/effetto si inceppi, che i ricordi si materializzino nel presente, ecco le danze del tempo”.
Il libro usa un linguaggio asciutto, scorrevole e semplice. Ora thriller, ora noir, ora esistenzialista. Ogni influenza è stata fatta propria dall’autore, tutto al servizio della fantasia. Il libro è attualmente disponibile sul sito della casa editrice www.arduinosacco.it sul digital bookstore www.libreriauniversitaria.it e in tutte le librerie che ne faranno richiesta.
Complimnenti Martino, spero di leggere al più presto il Tuo libro.
Sarà scuramente lodevole dal punto di vista storico-letterario.
Nel lontano 1992 sono stato ad Auschwiz e ricordo e ripenso ai forni dove venivano cremati i prigionieri. Molti film hanno documentato e documentano ancora le nefandezze di Hitler, ma “vedere con i propri occhi” i luoghi e ciò che ti appare subito (cancello) è veramente capire, per dirla e pensarla alla Primo Levi, …………….”la mentalità e la psicologia dei nazisti, sulla storia e il funzionamento delle officine della morte ed i un documenti impressionanti che ci consentono di cogliere dal vivo l’insanabile contraddizione tra l’enormità dei delitti e le giustificazioni addotte da nostalgici nazi-faacisti”.
Io di ritorno dalla Polonia, ho riflettuto così: “….Hitler ed i suoi nazisti non conosbbero Dio, perciò tutto questo, altrimenti non si può spiegare………….”, e da Auschwitz Auschwitz ho portato una pietra che metto nel presepe in segno di “rinascita”: Dio che nasce ogni anno.
Auguri di nuovo Martino, prometto di leggere il Tuo libro, non appena ritornerò efficiente con la vista, giacché martedì farò il trapianto di cornea all’occhio dx a Roma.
Per stimarTi: FRanco Guerrera.