La versione di Niki Trazza e del testimone oculare creano dubbi
L’autopsia sul corpo di Giovanni: letale l’unico proiettile esploso
DI GESTIONE
SANREMO – “Non sono stato io ad uccidere Giovanni. Eravamo seguiti da qualcuno e ci siamo divisi. Quando sono tornato indietro, lui era morto”.
Nicola Trazza, detto Niki, ha raccontato la sua versione al legale, l’avvocato Luigi Patrone, sull’omicidio di Giovanni Isolani, 21enne di Praia a Mare, avvenuto lo scorso 16 dicembre nel negozio Ortofrutta di Sanremo.
Questa, in sintesi la ricostruzione di quelle tragiche ore, effettuata nel carcere di Valle Armea, dove è detenuto, dal principale indiziato.
I due si trovavano in via Repubblica a bordo di uno scooter quando si sarebbero accorti di essere inseguiti da altri due giovani a bordo di un motociclo. A questo punto, avrebbero deciso di lasciare il loro mezzo e di darsi alla fuga a piedi dividendo le loro strade. Entrambi pensavano che uno degli inseguitori fosse armato.
“Quando sono tornato indietro – avrebbe detto Niki al suo difensore – Giovanni era morto. Così, in preda al panico sono scappato di nuovo”.
Nella notte tra il 16 ed il 17, Polizia e Carabinieri si sono recati a casa di Trazza e lo hanno arrestato. Ad inchiodarlo i vestiti rinvenuti nell’appartamento del praiese e corrispondenti, secondo gli inquirenti, a quelli indossati dal presunto assassino come risulta dalle registrazioni video effettuate sul luogo del delitto da una videocamera di sicurezza.
Oggi, però, le certezze degli inquirenti iniziano a sgretolarsi. L’unico testimone oculare, il commesso del negozio, non avrebbe riconosciuto in Nicola l’aggressore di Giovanni. Sembra, infatti, come da lui affermato, che il killer avesse il volto coperto. A questo punto, secondo la difesa, anche i filmati potrebbero non essere più prove schiaccianti, perché Nicola è stato ripreso nell’atto della fuga, ma non nell’intento di uccidere.
A questo punto, gli inquirenti ritengono decisiva la cosiddetta prova dello stub o del guanto di paraffina per capire se la mano di Nicola ha effettivamente sparato. Il Pm che si occupa del caso, Antonella Politi, ha richiesto una perizia balistica.
Intanto ieri è stata effettuata l’autopsia sul corpo della vittima. Giovanni è stato ucciso dall’unico colpo di pistola, calibro 6,35, che lo ha centrato danneggiandogli i polmoni e il cuore, sfiorando l’aorta. La morte sarebbe sopraggiunta all’istante.
Emergono anche nuovi particolari sulla presenza dei due in Liguria. Entrambi erano in cerca di un lavoro. Niki, che lavorava saltuariamente nel campo dell’edilizia, si trovava a Sanremo da diversi mesi, ospite nell’appartamento della madre, sanremese. Giovanni, ancora in cerca di una occupazione, insieme alla fidanzata era arrivato nell’ultimo mese. I 4 abitavano insieme.