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Tortora, senz’acqua come cento anni fa

Succede in località Sellata, frazione montana del Comune di Tortora

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La storia di Biagio e Rosina Limongi costretti a usare acqua piovana

 

DI ANDREA POLIZZO

 

TORTORA – Calabria, anno 2009. Qui, purtroppo, si possono ancora raccontare storie di disagio dettate dalla mancanza di uno dei beni indispensabili all’esistenza: l’acqua.

 

Non succede in Africa, succede in località Sellata, una frazione del Comune di Tortora. È la storia di Biagio e Rosina Limongi, due anziani tortoresi che vivono delle loro pensioni minime e che hanno sempre mandato avanti in maniera dignitosa la loro famiglia crescendo ben sei figli.

 

“Tre maschi, tre femmine, e quattordici nipoti” precisa la signora Rosina. “Qua moriamo di sete. Io sono un povero vecchio. Dicono che ce la portano, ma quando?”.

 

L’interrogativo di Biagio Limongi resta in sospeso ormai da anni. Nel frattempo, ci si arrangia con l’acqua piovana. Quella che scorre sul tetto, viene raccolta in una canalina. Da qui, attraverso un impianto autoclave costruito dal signor Biagio, arriva in un pozzo per poi scorrere in casa.

 

Ma pur sempre di acqua piovana si tratta, con tutte le conseguenza del caso dal punto di vista igienico-sanitario.

 

“Con l’acqua sporca – raccontano i coniugi Limongi – cuciniamo. E quando non c’è altra acqua la beviamo anche”.

 

I due anziani non sono estranei alle lotte per i loro diritti. Fino a sei anni fa, la loro modesta abitazione era sprovvista anche dell’energia elettrica. Ma per l’acqua c’è ancora da battagliare.

 

Una battaglia che portano avanti grazie anche all’impegno di Aldo Laino, presidente del comitato Diritti dei cittadini di Tortora.

 

Ad appena un chilometro da frazione Sellata, c’è San Quaranta, altra frazione montana tortorese, da dove si potrebbe allacciare una condotta idrica per l’abitazione dei Limongi.

 

“Proprio lì – commenta Laino – c’è uno sfiato dell’acqua di esubero di un deposito che si riversa giù per la scarpata andando persa. Si tratta di poco più di un chilometro. Non servono grandi opere. Basta un pozzo e deposito e una tubazione che scendendo porti l’acqua all’intera frazione. Siamo a pochi passi dal centro abitato e da una zona ricca di acqua, non in Siberia”.

 

E il Comune? Soltanto nel periodo estivo, raccontano i Limongi, arriva qualche rifornimento dall’ente ma, per il resto, sono di fatto abbandonati a sé stessi.

“La gente – spiega Laino – è fuggita da qui perché manca proprio la risorsa primaria. Se manca l’acqua, manca tutto”.

 

Il commento finale di Biagio Laino, lascia l’amaro in bocca. “Gli altri sono andati via, ci hanno abbandonato”.

 

Una vicenda che ha dell’assurdo e che merita le giuste risposte da parte delle istituzioni.

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About Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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3 comments

  1. Egregi signori Limongi,
    non disperate perchè il nostro consigliere Laino risolve tutti i problemi!!!!!!!!
    In campagna elettorale ha promesso:
    – strade di collegamento con altri Comuni;
    – condotte idrice per le frazioni che oncora oggi non hanno questo bene di prima necessità, e molto altro…ad oggi, ancora nessuna di queste promesse è stata mantenuta…
    Forse però per la fine del mandato, aprile 2010 sarà tutto risolto (lui possiede la bacchetta magica)………..Grazie di cuore

  2. L’uomo è arrivato sulla luna, la scienza ha fatto progressi inimmaginabili solo 20 anni fa e a Tortora manca il bene primario che è stato culla della vita: l’acqua. Si spende tanto danaro per manifestazioni dubbiamente utili e non viene fatto un collegamento idrico di 1 Km. E’ vergognoso. Maria 37

  3. Una vicenda che ha dell’assurdo sul serio! Che vergogna!!