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Tirreno radioattivo, un altro relitto nel vibonese

Il relitto di una nave individuato a poche miglia dal litorale vibonese


Il comitato dei sindaci incontra a Roma la rappresentanza calabrese

 

DI GESTIONE

 

Un nuovo relitto è stato rinvenuto a largo della costa di Vibo Valentia

 

Tra le verifiche compiute nei giorni successivi al ritrovamento di una nave affondata nei fondali di Cetraro, avrebbe dato esito positivo quella compiuta al largo della costa vibonese. Qui, con l’ausilio di un sonar, sarebbe stato individuato un altro relitto.

 

Sugli esiti degli accertamenti viene mantenuto il massimo riservo e sono stati informati la magistratura e l’assessorato regionale all’ambiente.

 

Intanto, sul Tirreno cosentino, i sindaci di molti comuni hanno dato vita ad un comitato permanente che come primo gesto ha convocato i deputati e senatori eletti nella regione per martedì 20 ottobre a Roma.

 

“Vogliamo agire unitariamente – si legge in una lettera inviata alla rappresentanza parlamentare calabrese – a tutela dei cittadini che siamo chiamati a rappresentare”. Il comitato ha chiamato in causa gli esponenti parlamentari della Calabria “Al fine – recita il documento – di adempiere alla diffida con la quale i sindaci intimano al governo nazionale a rimuovere il relitto ritrovato a largo di Cetraro e coordinare azioni comuni che incalzino il Governo”.

 

Intanto, secondo un articolo pubblicato dal Manifesto, nel tratto di mare al largo di Cetraro, dove è stato ritrovato il relitto di una nave che si sospetta trasportasse rifiuti radioattivi, la Capitaneria di porto di Cetraro dal 2007 aveva vietato la pesca a strascico perchè la zona era risultata contaminata.

 

“Due aree vicine alla zona del ritrovamento del relitto – si legge sul Manifesto –, una un pò più a nord, l’altra più a est, vicino alla costa, sono contaminate da metalli pesanti: arsenico, cobalto, alluminio e cromo. Tutte sostanze che non possono venire dalla costa, dove non esistono industrie. Tutte sostanze, quindi, che qualcuno ha gettato in mare.

 

L’individuazione dei residui – prosegue l’articolo – è del 2006 ed è riportato in un’ordinanza della Capitaneria di porto di Cetraro, la 3/2007. Il documento indica due quadrilateri, vietando la pesca a strascico nelle zone contaminate. La Marina militare, dunque, sapeva dell’esistenza di rifiuti tossici al largo di Cetraro da almeno tre anni”.

 

Sempre il Manifesto, in un altro articolo, scrive poi che ad una settimana dall’annuncio del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, dell’invio di una nave della Saipem da Cipro per effettuare le verifiche sul contenuto del relitto, “nessuna nave è arrivata a Cetraro”.

 

Secondo quanto riferisce l’Eni, citata dal quotidiano, la partenza della nave non è ancora avvenuta in attesa delle autorizzazioni “del ministero dell’Ambiente e della Dda di Catanzaro” che indaga sulla vicenda.

Andrea Polizzo

Giornalista professionista dal 2010 e blogger. Sin dal 2005 matura esperienze con testate regionali di carta stampata, on-line e televisive. Attualmente collabora con il mensile d'inchiesta ambientale Terre di Frontiera e con il network VicenzaPiù. Ideatore di blogtortora.it, caporedattore e coordinatore di www.infopinione.it.

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