Nino Racco e Musolino rapiscono la platea del Palablanda di Tortora. L’iniziativa “nel tendone” si congeda con l’ennesimo successo di pubblico. Il Comitato 1° Maggio tortora sul palco saluta e ringrazia tutti.
TORTORA ” Nella notte del congedo dalla sua prima edizione, il Palablanda registra un altro successo di pubblico e saluta tutti con una rappresentazione teatrale di grande impatto. ‘Ntricata storia del brigante Peppe Musolino, messa in scena da un superbo Nino Racco. In platea, tra gli altri, i sindaci di Tortora, Praia a Mare ed Aieta.
Lo spettacolo di Nino Racco
L’attore ed autore bovalinese ipnotizza la platea a poco a poco. All’inizio pare giocherellare con il pubblico e con la trama come un gatto con un gomitolo. Vengono esposte le vicende “ntricate” che negli anni sul finire dell’800 condussero il protagonista, ingiustamente, in carcere.
I monologhi di Racco vengono periodicamente intervallati da pezzi alla chitarra e voce in pieno stile cantastorie: in entrambi l’attore del Piccolo teatro umano di Roccella Jonica mostra a pieno la sua bravura. In particolare Racco riesce con la presenza scenica a disegnare ipoteticamente lo sfondo della narrazione: una Calabria di Santo Stefano d’Aspromonte, terra di emigrazione da lavoro, di vicoletti poco illuminati, di coltelli, di irrequietezza e di forti passioni.
Nell’ultima mezz’ora Racco completa la sua opera di conquista della platea quando trasmuta in pieno nel brigante Musolino indossando la maschera teatrale cremisi. L’apice di pathos, per una strana coincidenza, scocca proprio mentre il Palablanda viene scosso da un acquazzone. L’esperienza e la prontezza di Racco lo portano ad approfittarne rendendolo un elemento della messa in scena.
Musolino narra così di come fu, per caso, catturato dopo tanta latitanza. Di come le forze superiori, menandolo ingiustamente in carcere, generarono i suoi propositi di vendetta ed i suoi delitti. Toccante il momento di prostrazione morale nei confronti della madre di un ucciso innocente. Il pubblico è colpito ed i corposi e duraturi applausi finali lo confermano.
La coda dello spettacolo, oltre che dei ringraziamenti agli organizzatori, è fatta di una sentita dedica di Nino Racco della canzone “il pescespada” di Domenico Modugno, a “Lollò” Cartisano, fotografo bovalinese, amico dell’attore, sequestrato il 22 luglio 1993 e morto nelle mani dei suoi sequestratori.
Il Palablanda chiude con classe la sua ardita esperienza e gli organizzatori salutano e ringraziano tutti con la convinzione di aver dato vita ad un precedente importante per la diffusione culturale nel comprensorio.